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La Cittadella dei Musei

Una piazza trapezia è da duecento anni lo snodo tra le strade dirette al Castello dai due versanti del colle. La torre pisana del 1305 sorveglia i movimenti che provengono dai quattro lati della piazza, attraverso quattro porte, una per lato.
Alta sulla piazza, la porta della vecchia Cittadella dei militari, il Regio Arsenale, è oggi l’ingresso alla Cittadella dei Musei, un’isola della cultura separata dalla città e protetta dalle stesse mura antiche.
Costruita sullo sperone settentrionale del quartiere storico di Castello, la Cittadella dei Musei di Piero Gazzola e Libero Cecchini occupa una posizione di primo piano tra le architetture realizzate a Cagliari nel dopoguerra.
La Cittadella comprende il Museo Archeologico e la Pinacoteca nazionali, il Museo comunale d’arte siamese, il Museo etnografico regionale, la Sala mostre temporanee e il Museo delle cere anatomiche di Clemente Susini dell’Università di Cagliari oltre alla sede delle attività di ricerca e didattica di Archeologia e Storia dell’arte. Il complesso si configura come un unico grande museo, dove ogni fabbricato definisce una figura autonoma e compiuta, legata alle altre da un articolato sistema di percorsi e da straordinarie visuali sul paesaggio che contribuiscono a creare un’atmosfera semplice e distensiva.
Ma non solo: sul piano costruttivo permette di dare forma a spazi di grande respiro. Ed ecco allora ambienti espositivi a doppia e tripla altezza serviti da ballatoi e passerelle aeree che offrono al visitatore la visione a volo d’uccello, l’unica in grado di garantire una vista complessiva, una più completa concezione degli oggetti e delle loro possibili relazioni. Aspetto particolarmente evidente nel Museo Etnografico, forse uno degli spazi più riusciti, dove un percorso sopraelevato realizzato con una sottile soletta in cemento armato percorre la sala su due lati e insiste su una sequenza serrata di “speroni” di pietrame, testimonianza restaurata delle fortificazioni cinquecentesche. Il prezioso marmo bianco che disegna il pavimento e prosegue nei gradini trova il suo contraltare nel colore caldo del controsoffitto in legno che diffonde uniformemente la luce filtrata dalle ampie vetrate.
O ancora: nella Pinacoteca una serie di percorsi sopraelevati, adagiandosi su un banco di roccia, permettono di affacciarsi sullo spazio centrale a tripla altezza. La soluzione di copertura, in questo caso, è caratterizzata da una serie di tagli che suddividono la soletta in piani separati da giunti di luce, che mostrano le possibilità costruttive e formali del calcestruzzo a vista. La roccia affiorante e le mura antiche sono così integrate senza mediazioni con l’innesto delle strutture in cemento armato, che rivela anche il processo costruttivo sulle trame della superficie impresse dalle tavole in legno delle casseforme.
Ampie vetrate, sostenute da una struttura in ferro rivestita in legno interrompono la continuità della compagine muraria, disegnano gli ingressi ai singoli fabbricati e suggeriscono al visitatore l’inizio di un percorso diverso.
Inaspettati belvedere interrompono la cortina di edifici disposta sul perimetro dell’Arsenale ed offrono suggestivi panorami sulla città.
Come tutte le città, ma in miniatura, la Cittadella ha la sua piazza centrale, il suo piccolo parco, edifici tutti diversi ma accomunati da qualcosa di magico, ricchi di tanti significati culturali speciali, da scoprire e cercare, senza perdersi.
Come Cagliari, del resto, la Cittadella è fatta di quella stessa pietra dura, di percorsi, di parti incomplete e di strati, di panorami spettacolari sui colli, sulle colline, sul mare. Tutte le cose, anche quelle nuove, sono già segnate dal tempo, sentono il vento e il sole, siedono su luoghi in contatto con duemila anni di storia.